Pablo Escobar. Il padrone del male by Juan Pablo Escobar

autore:Juan Pablo Escobar [Escobar, Juan Pablo]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788854198852
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2016-09-07T16:00:00+00:00

Capitolo 13

Barbarie

«Ma tu riesci a immaginare un tipo che batte sulla sua macchina da scrivere: “Il signor Pablo Escobar sarà estradato negli Stati Uniti”? Io non mi lascio estradare. Io, gonfio di soldi e nel pieno della mia giovinezza, rinchiuso in un carcere gringo? Non hanno idea di quel che potrebbe succedere».

Mia madre non era sicura di aver capito cosa intendesse mio padre con quella frase un po’ enigmatica, ma non gli chiese nulla, abituata com’era al suo ermetismo.

Quelle prime settimane del gennaio 1986 furono piuttosto tranquille per noi. Era un conforto derivato dall’ormai ricorrente strategia di mio padre di eliminare con qualsiasi mezzo gli ostacoli che si frapponevano sul suo cammino. Da due mesi – dopo la morte di numerosi magistrati, specialmente della Corte Suprema di Giustizia, e la distruzione delle prove a supporto dell’estradizione – le sue preoccupazioni erano sparite.

In più, il Paese era ancora troppo occupato ad assistere le migliaia di famiglie colpite dall’eruzione del vulcano Nevado del Ruiz – avvenuta una settimana dopo la tragedia del Palazzo di Giustizia – e a ricomporre l’Alta Corte per rimettere in funzione il nuovo apparato giudiziario, per potersi dedicare alla lotta alla mafia.

Il governo e la Forza Pubblica erano talmente distratti che non si accorsero nemmeno che mio padre per dieci giorni aveva prestato due dei suoi elicotteri per il trasporto di feriti e attrezzature nella zona del disastro di Armero. Ordinò ai piloti, durante quel periodo, di interrompere il trasporto della cocaina e collaborare con i soccorritori con tutto quel che serviva. Sui telegiornali di quei giorni vedemmo diverse volte quei due velivoli.

Ciò nonostante, mio padre avrebbe dimostrato con la violenza che non aveva nessun problema a disfare con la sinistra ciò che faceva con la destra. Lo capimmo una volta di più quel 19 febbraio 1986, quando i suoi uomini eseguirono l’ordine impartito molti mesi prima di ammazzare, ovunque si trovasse, il pilota Barry Seal – Adler Barryman Seal – l’infiltrato della dea, l’agenzia antidroga statunitense, che nel 1984 aveva scattato una fotografia nella quale si vedono mio padre e il Mexicano in Nicaragua mentre caricano cocaina su un aereo.

In seguito a quell’episodio, mi raccontarono che mio padre aveva dato ordine a un tizio chiamato Cuchilla – un pericoloso criminale di La Estrella – di organizzare l’attentato senza badare a spese. Cuchilla si insediò a Miami per molto tempo per poter raccogliere informazioni su Seal.

«Me la pagherà, deve morire», aveva detto mio padre a Cuchilla.

L’incarico non doveva essere facile perché il pilota americano era nel programma protezione testimoni della dea, e molto probabilmente gli avevano cambiato identità e si era trasferito in qualche angolo sperduto degli Stati Uniti.

Finalmente un giorno i contatti con la mafia di Miami di mio padre riferirono a Cuchilla che Seal si era rifiutato di sottostare ai protocolli di sicurezza delle autorità americane e aveva preferito continuare la sua vita come se nulla fosse. Gli comunicarono persino il luogo esatto dove viveva: Baton Rouge, in Louisiana.

Cuchilla inviò lì tre sicari che freddarono Seal

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